Il progenitore di Simona, negli anni sessanta,
veniva chiamato il mago di Velletri.
In realtà non si trattava di “magia” ma di particolari sensibilità che permettono, a chi le possiede, di “vedere” e “sentire” delle cose che usualmente, con i normali sensi umani non vengono percepite.
Per vedere e sentire non si intende un qualcosa come la visione di un film oppure udire delle voci vere e proprie, ma bensì percepire delle sensazioni che trovano una stretta correlazione con il caso che si sta trattando oppure anche in maniera spontanea per fatti o situazioni che in qualche maniera interagiscono con il soggetto sensitivo.
La sensitività non si può acquisire
E’ presente fin dalla nascita.
Il sensitivo, per sua natura, ha la facoltà di interagire con un mondo parallelo di cui non sono tangibili i punti di contatto con l’ universo terreno se non in casi particolari; ad esempio i sogni o determinati stati emotivi.
In una certa qual maniera ha la possibilità di entrare in contatto con una realtà dove tempo e spazio non sono come normalmente li conosciamo, ed è per questo che il sensitivo riesce a percepire il passato ed il futuro; conoscere fatti e luoghi dove non è mai stato o valutare situazioni che sono accadute, stanno accadendo o accadranno.
Ci si rende conto che c’è qualcosa di diverso fin da piccoli; inizialmente magari può mettere soggezione o imbarazzo; non sempre si riesce a gestire fin da subito questa diversità.
Finchè un giorno si prende coscienza di se stessi, delle proprie facoltà.
Si può imparare a gestire la propria diversità e si può decidere di mettere a disposizione del prossimo quelle capacità che possono
alleviare il disagio, il dubbio, la sofferenza